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Trino e il Bosco della Partecipanza 1

Trino e il Bosco della Partecipanza

Nei secoli passati, Trino è stata più volte al centro di importanti vicende politiche e militari e nel XVII secolo, sotto i Savoia, venne anche elevata a Provincia. Pur essendo un piccolo centro, vanta un grande numero di edifici religiosi di un certo interesse, testimonianza dell'importanza e della ricchezza di Trino nel corso dei secoli. Da non mancare la visita alla romanica San Michele in Insula, situata fuori dall'abitato di Trino, in un sito ancora oggi denominato Insula, in quanto era circondato da due rami del Po.

A Trino, tra le altre, da non perdere la Parrocchiale di San Bartolomeo e la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.
In piazza Garibaldi si trova il Palazzo Paleologo, costruito a partire dal 1152 per opera di Guglielmo il Vecchio di Monferrato. Tra gli inizi del XIV secolo e la fine del XV, fu sede della corte dei Paleologi. Completa la visita di Trino il piccolo Museo Irico, realizzato da Vittorio Viale, un vero gioiello ricco di tesori che permettono di ricostruire la storia antichissima della regione, abitata sin dal Paleolitico. Vi si trovano manufatti e reperti preistorici, romani e medioevali, nonché opere d'arte pittorica, incunaboli e "cinquecentine", rare edizioni di opere tipografiche del XVI secolo, arte nella quale Trino si distingueva nel mondo.

Il vasto territorio di Trino ospita il Parco Naturale della Partecipanza dei Boschi, raro esempio italiano di bosco planizio e unica testimonianza di come la Pianura Padana si presentasse prima delle opere di bonifica realizzate dai Cistercensi al fine di rendere coltivabili queste terre. A partire dal 1200, il bosco è stato utilizzato da coloro che furono chiamati Partecipanti, i quali erano tali perché partecipavano al godimento della legna prodotta dalla foresta. Unici beneficiari di una donazione ricevuta dal possessore del territorio di Trino a quel tempo, come compenso alle famiglie che avevano reso particolari servigi alla città, essi potevano e possono ancora oggi trasmettere il proprio diritto unicamente per successione. Dal 1991, il bosco della Partecipanza è Parco Naturale, oltre che straordinario esempio di conservazione di un bene storico.
Trino dista da Borgo Ramezzana circa 4 chilometri.

Per quanto concerne le origini di Trino, il primo insediamento è stato probabilmente celtico. Dal II secolo a.C., Rigomagus (si tratta del toponimo originario, che in celtico significa "mercato del re") fu sede di una mansio romana di una certa importanza, in quanto strategicamente posizionata all'incrocio tra le vie militari che univano la Civitas Taurini (Torino) con Ticinum (Pavia) e, in seguito, Augusta Praetoria (Aosta) con la Civitas Asta (Asti).
Intorno al XV secolo, i Cistercensi introdussero per la prima volta, a Trino e nel territorio adiacente, la coltivazione del riso, che ancora oggi riveste un'importanza fondamentale nell'economia dell'intera regione. Tra i personaggi illustri che hanno caratterizzato la vita e la storia di questa cittadina va sicuramente menzionato, a questo proposito, Camillo Benso, conte di Cavour, il quale proprio a Trino possedeva un'azienda agricola – la tenuta di Leri, oggi frazione Leri Cavour – dove amava trascorrere parte del suo tempo; non dimentichiamo che questo importante personaggio storico, definito a più riprese "il più grande statista italiano", è stato anche consigliere comunale di Trino, nell'anno 1859.

Tra le sedici chiese che Trino vanta sul suo territorio, segnaliamo le più significative:
San Michele in Insula: si tratta di una chiesa romanica situata fuori dall'abitato di Trino, in un sito ancora oggi denominato Insula, in quanto era circondato da due rami del Po. Si può ipotizzare che le origini di questa pieve risalgano ad epoca altomedievale, e che essa sia stata costruita su un precedente edificio sacro, una piccola cappella di legno. Nonostante i molteplici interventi, la chiesa mantiene il sobrio stile romanico assunto nel XII secolo. La sua importanza diminuì quando l'abitato si concentrò nella zona in cui è posta la duecentesca Parrocchiale di San Bartolomeo. Da un punto di vista artistico, ricordiamo alcuni frammenti di affreschi del XII secolo di grande rilievo, situati sul presbiterio: sono visibili una Crocifissione e Scene della vita di San Michele. Inoltre, curiosa è la foggia dei capelli del Crocefisso ivi conservato, il più antico a Trino.

Parrocchiale di San Bartolomeo: la Parrocchiale, dedicata al patrono di Trino, sorse, come chiesa a tre navate, all'inizio del XIII secolo, quando cominciò a decadere l'utilizzo della chiesa di San Michele in Insula. La chiesa venne rifatta quasi integralmente negli anni 1634-1642, come edificio a una sola navata, con pianta a croce latina. La facciata, caratterizzata da uno stile sobrio e classicheggiante, è il risultato dei rifacimenti avvenuti nel 1839. Al suo interno possiamo osservare opere importanti sia da un punto di vista artistico che storico: ricordiamo l'icona trecentesca della Madonna col bambino (detta Madonna di San Luca) dai tratti ancora bizantineggianti, che venne donata alla chiesa dai Paleologi; un trittico posto nel transetto di sinistra dedicato alla Immacolata Concezione, opera di Gerolamo Giovenone, databile al 1516; una tavola di Boniforte Oldoni il Giovane, l'Incoronazione della Vergine e santi, del 1587, proveniente dalla vicina chiesa di San Pietro Martire; una tela di Guglielmo Tabacchetti raffigurante Gesù fanciullo con San Giuseppe e la Madonna, significativa in quanto si tratta dell'unica opera conosciuta dell'autore; la tela Presentazione di Gesù al tempio (1648), di Orsola Caccia; la tela San Bartolomeo battezza i reali di Armenia, posta nel coro, opera del casalese Pier Francesco Guala (1733-1734); infine, il Crocefisso ligneo del XVI secolo, posto nella cappella della B. V. di Lourdes.

Santa Caterina d'Alessandria: si tratta di una chiesa – nota anche come chiesa di San Domenico – a tre navate con volte a crociera e con un austero campanile gotico; essa fa parte del complesso dell'ex-convento dei frati domenicani, che oggi ospita la biblioteca civica e l'archivio storico comunale. La struttura gotica della chiesa è stata modificata da una facciata neoclassica e, all'interno, dall'aggiunta di cappelle. Una di esse è dedicata alla beata Maddalena Panatieri (1443-1503), che qui veniva a pregare, della quale vengono venerate le reliquie. A pochi passi dalla chiesa possiamo ammirare i suggestivi resti dell'antico chiostro quattrocentesco, anch'esso appartenente al convento domenicano.

San Lorenzo: questa chiesa, detta anche "della Confraternita degli Angeli", è un edificio caratterizzato dalle linee barocche, con facciata settecentesca in mattoni a vista. Conclusa nel 1749, venne ridotta a fienile durante la Rivoluzione francese; fu solo nel 1802 che essa ritornò all'antico splendore, con il trasferimento al suo interno delle spoglie della beata trinese Arcangela Girlani, carmelitana (1460-1495). In San Lorenzo possiamo osservare una tavola di Guala: Vergine con i Santi Luigi Gonzaga e Antonio Abate.

San Giovanni Battista: la chiesa risale al XVII secolo e ci offre una bella facciata in laterizio a vista. Nel 1672 venne ristrutturata a causa dei danni subiti durante la demolizione delle mura della città. In passato era proprietà della più antica Confraternita attestata a Trino, quella dei Disciplinati di Santa Caterina che, per placare l'ira divina, erano soliti flagellarsi in pubblico.

San Pietro Martire
: riaperta di recente dai membri della Confraternita di Santa Croce, questa chiesa conserva sull'altare maggiore una Vergine Incoronata e Santi di Boniforte Oldoni (1578). Sul muro di fronte, un semplice crocefisso in legno ha l'estremità inferiore vistosamente consumata dal secolare tocco dei pellegrini. All'interno della chiesa si trova la cripta in cui sono stati scoperti i resti della beata Maddalena Panatieri. L'intero isolato sulla sinistra costituiva il convento di San Domenico.

Chiesa della Misericordia o di Ognissanti
: venne costruita nel 1585 per opera dell'Arciconfraternita dell'Orazione e Morte, che aveva il compito di accompagnare i condannati a morte al patibolo.

Santa Maria della Neve o dell'Addolorata: si tratta di una piccola chiesa avente una facciata molto semplice; ciò che si nota particolarmente è la decorazione del portale. All'interno possiamo osservare una statua in legno policromo dell'Addolorata, opera di Severino Felice Cassini, risalente alla prima metà del XVIII secolo. Ogni Venerdì Santo parte dalla chiesa una solenne processione con le statue dell'Addolorata e di Cristo morto, accompagnate dalla Confraternita delle Umiliate.

San Francesco: questa chiesa venne presumibilmente eretta nel X secolo. Quando nel 1215 venne temporaneamente adibita a parrocchia, essa apparteneva al monastero femminile di Rocca delle Donne. Rifatta nel 1743 ad opera dei Riformati, la chiesa conserva una sagrestia lignea settecentesca e tre tele di Orsola Caccia.

Madonna del Buon Consiglio: venne costruita nel 1763. L'interno, dominato dalla cupola centrale poligonale, è tutto affrescato con bell'effetto illusionistico.

Chiesa della Divina Provvidenza: costruita interamente a spese del canonico Pietro Irico, la piccola chiesa detta "del bric" fu benedetta nel 1910

Sacro Cuore: questa chiesa, progettata dall'ingegnere Felice Lucca, venne benedetta e aperta al culto nel 1881. A partire dal 1890, la chiesa si è legata alla Famiglia Salesiana, che ha iniziato così il suo ottimo inserimento nella storia di Trino. La chiesa di Maria Ausiliatrice, in cui la prima messa venne celebrata nel 1945, è oggi chiusa; essa fa parte del complesso (attualmente di proprietà privata) in cui le Suore Salesiane, o meglio le Figlie di Maria Ausiliatrice, svolsero la loro missione di educatrici fino alla fine degli anni '80.

Madonna delle Vigne: questo santuario sorse tra il 1696 e il 1713. Fu attivo fino alla fine degli anni '60, quando l'incuria degli uomini lo portò a una notevole decadenza. Oggi si sta cercando di recuperarlo e di riconsegnarlo al culto, in quanto monumento di particolare valore artistico e storico.

Palazzo Biandrà di Reaglie: si tratta di uno splendido edificio settecentesco situato nel cuore dell'antico rione Fusa, il quartiere popolare della città. All'interno, sulla destra, possiamo ammirare un antico altare che fu usato privatamente dalla famiglia Biandrà. Attualmente di proprietà comunale, gli alloggi ricavati sono destinati a residenza per anziani trinesi.

Palazzo Ara o Torta: risale al XVIII secolo. Si nota, in particolar modo, il portale, finemente decorato al centro. All'inizio dell'Ottocento vi fu ospitato Napoleone I.

Palazzo Pugiell
a: situato all'inizio di via Gennaro (la "rua di S. Bartolomeo"), il complesso era di proprietà della famiglia Pugiella, che vi abitò fino al 1676. Il primo piano è ancora impreziosito da soffitti a cassettoni con formelle dipinte.

Il Palazzo Paleologo (piazza Garibaldi
): fu costruito a partire dal 1152 per opera di Guglielmo il Vecchio di Monferrato. Tra gli inizi del XIV secolo e la fine del XV, fu sede della corte dei Paleologi. Il castello ospitò papi (Martino V nel 1417) e imperatori (Sigismondo). La costruzione presenta elementi decorativi di carattere moresco, rari nel loro genere in Piemonte. Parte degli affreschi staccati dall'interno del castello sono oggi conservati nel Palazzo Comunale e in Biblioteca Civica.

La comunità ebraica di Trino
Trino è stata sede, dal XVI secolo fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale, di una piccola ma fiorente comunità ebraica, ora scomparsa. A quei tempi gli ebrei di Trino (in particolare Iacob Albigodoz Levi e Nathanael Halfan di Perez) erano famosi in tutta Italia per la loro abilità di stampatori, e proprio a Trino ricordiamo che ha operato Giovanni Gabriele Giolito de Ferrari (Trino, 1508 circa – Venezia, 1578), un importante tipografo italiano, considerato il più grande editore della letteratura in volgare (a questo proposito non dimentichiamo che è stato il primo tipografo a dar vita a collane tipografiche, avendo sempre come obiettivo la diffusione delle opere in lingua volgare; celebre è la sua edizione del 1555 della Commedia di Dante Alighieri, a cura di Ludovico Dolce, nel titolo della quale appare per la prima volta l'attributo Divina).
Nel 1723 venne istituito il ghetto, che rimase in vigore fino al 1848. La popolazione ebraica raggiunse il massimo di 100 membri nel 1880, per poi declinare rapidamente, a causa della forte emigrazione verso le principali città della regione.a

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